La valutazione della DVO con Teethan. Strumento di successo nel workflow digitale delle grandi riabilitazioni implantari
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21 Dicembre 2021Introduzione alla problematica clinica
Allineare i denti con un apparecchio ortodontico comporta non solo sacrifici psicologici, ma anche economici. Per questo motivo, una volta finito il trattamento è importante che i risultati durino nel tempo attuando strategie di prevenzione per evitare che i denti tornino storti. La recidiva ortodontica è la condizione per cui i denti tendono a ritornare naturalmente allo stato precedente alla terapia ortodontica. Le cause di questo fenomeno sono principalmente tre: - i tessuti gengivali e parodontali, modificati dal trattamento ortodontico, necessitano di tempo per riorganizzarsi dopo la rimozione dell’apparecchio; - i tessuti molli della cavità orale esercitano una pressione che comporta la recidiva; - la bocca è sottoposta a diverse forze muscolari che riescono a spostare facilmente i denti dopo aver tolto l’apparecchio, in quanto non sono ancora consolidati nella nuova posizione. Altri fattori che possono contribuire alla recidiva ortodontica sono abitudini viziate come il bruxismo, l’onicofagia, la respirazione orale e il portare oggetti alla bocca facendo leva sui denti. Per garantire un successo a lungo termine della terapia con apparecchio fisso, le fasi successive sono estremamente delicate e importanti. In primo luogo, la fase di contenzione ha l’obiettivo di mantenere i denti nella loro corretta posizione, per cercare di stabilizzare i tessuti gengivali e paradontali, e per contenere la pressione esercitata dai tessuti molli. Senza questo periodo di mantenimento, il trattamento ortodontico risulterebbe potenzialmente instabile e potrebbe comportare il ritorno alla situazione originaria o ad una nuova mal occlusione. La contenzione viene effettuata tramite apparecchi chiamati retainers, fissi e mobili, che devono essere indossati almeno per il tempo minimo necessario per la riorganizzazione paradontale (che di solito è di circa un anno). In secondo luogo, la fase di monitoraggio è decisiva. Lo scopo è valutare la distribuzione delle forze occlusali durante il contatto dentale con alcune prove di serramento.Importanza della valutazione nella problematica clinica
Indagare le caratteristiche della muscolatura della bocca consente di individuare per tempo il tipo di problematica: - una muscolatura affaticata, può comportare una riduzione dello stimolo meccanico sull’osso alveolare; - una muscolatura disequilibrata, causata da abitudini che determinano l’utilizzo maggiore dei muscoli di destra o di sinistra e, più in generale, dal sovraccarico di specifiche zone dentali; - una muscolatura ipertonica, può portare a cefalee di tipo muscolo-tensivo o conseguenze sul tratto cervicale. L’analisi neuromuscolare diventa cruciale non solo durante il trattamento ortodontico, ma anche nelle fasi iniziali – screening e prima visita – in quanto si ha l’opportunità di individuare precocemente eventuali problematiche, e nelle fasi finali – finishing – per poter verificare lo stato dell’equilibrio occlusale.Importanza della valutazione tecnologica oggettiva
A questo scopo vengono utilizzati elettromiografi di superficie, ovvero tecnologie non invasive che registrano l’intensità di contrazione dei muscoli. In particolare, nel settore odontoiatrico è possibile avvalersi di elettromiografi wireless con protocolli di analisi normalizzati che permettono di avere una valutazione ad indici ripetibile nel tempo.
Tali tecnologie prevedono l’esecuzione di due semplici test di serramento dalla durata di cinque secondi ciascuno. In uno viene chiesto al paziente di stringere tra i denti due rulli di cotone, nell’altro di stringere i denti il più forte possibile (massima contrazione). Questi test non hanno controindicazioni e possono essere eseguiti da chiunque. Alla fine di queste due prove, viene generato un report in cui viene analizzato l’equilibrio neuromuscolare attraverso figure, indici e range di riferimento.
L’utilizzo di queste tecnologie ha portato ad una misurazione oggettiva dell’aspetto funzionale dell’occlusione dentale e, in generale, dell’apparato masticatorio. Questo consente ai clinici di certificare lo stato di salute del paziente prima e dopo il trattamento grazie al riscontro di dati oggettivi, e prevenire le recidive o situazioni che possano degenerare in problematiche future.