Validazione scientifica di Teethan: su cosa si basa
27 Febbraio 2023Teethan intervista il Dott. Poggio
5 Marzo 2024Il 3 marzo scorso, sull’American Journal of Orthodontics and Dentofacial Orthopedics è stata pubblicata un’interessante analisi sugli effetti a breve termine del trattamento ortodontico con allineatori invisibili sulla funzione masticatoria di pazienti senza storia o presenza di sintomi e disturbi temporomandibolari.
Nel dettaglio, il lavoro di Tepedino et al. 2023 ha analizzato l’evoluzione dell’occlusione di 26 soggetti durante il trattamento con allineatori invisibili, attraverso l’uso combinato di Teethan e T-Scan.
Ciascuna valutazione è stata effettuata valutando l’occlusione in centrica e l’occlusione su allineatori invisibili all’inizio del trattamento (T0), dopo 3 mesi di impiego degli allineatori (T1) e dopo 6 mesi (T2).
Nei 6 mesi di osservazione, i risultati dello studio hanno evidenziato:
- una continuità, e talvolta un miglioramento, dell’occlusione su allineatori in termini di equilibrio occlusale neuromuscolare dei muscoli temporali e masseteri (indici POC Masseteri e POC Temporali, Teethan®);
- un peggioramento di questi stessi parametri in occlusione centrica;
- una traslazione posteriore del Centro di Forza nell’occlusione su allineatori;
- una anteriorizzazione non trascurabile del Centro di Forza in occlusione centrica;
Per approfondire il tema, abbiamo intervistato il Prof. Michele Tepedino*, autore e co-ideatore dell’indagine insieme al Prof. Domenico Ciavarella**.
Intervista con il Dottor Michele Tepedino
Quali quesiti clinici vi hanno portato ad intraprendere questo percorso di ricerca e approfondimento scientifico?
I motivi per cui abbiamo intrapreso questo studio sono fondamentalmente due.
Il primo è relativo alla modifica della dimensione verticale derivante dalla presenza di due allineatori termoplastici di spessore leggermente inferiore al mm che coprono l’intera superficie occlusale di ambedue le arcate.
Io stesso sono stato paziente a causa di un piccolo affollamento e alcuni allineatori mi provocavano fastidio. Essendo anche un clinico, ho potuto ritoccare l’allineatore per mezzo di cartine, un po’ come se stessi gestendo un bite.
Il secondo motivo che ci ha portato a costruire questa indagine è relativo all’insorgenza di un morso aperto e fremito anteriore su diversi dei pazienti in cura. Sebbene questa non sia una condizione particolarmente allarmante, vuoi per i fenomeni di compenso, vuoi per la sempre più diffusa pratica di introdurre elastici posteriori, ci è sembrato giusto approfondire il tema da un punto di vista scientifico.
Quali saranno i prossimi passi per questo filone di ricerca? Cosa vi aspettate di trovare nelle attività di indagine successive? È ragionevole credere che i disequilibri trovati in centrica vengano corretti dalle capacità di compensazione dei pazienti analizzati?
L’osservazione dei pazienti è tuttora in corso: abbiamo infatti quasi terminato di raccogliere i risultati a 6 mesi dalla fine del trattamento con gli allineatori. Seguirà, poi, il follow up a 12 mesi dopo il termine del trattamento.
La sensazione è che la coorte sana che abbiamo analizzato sia dotata di una capacità di compenso tale da fare ritorno ad un’occlusione centrica bilanciata. Va detto, però, che già alcuni dei pazienti analizzati hanno avuto bisogno di un aiuto a fine trattamento. Abbiamo riscontrato in loro delle occlusioni non equilibrate in centrica, per cui si sono resi necessari degli interventi attivi da parte nostra per correggerla.
Quale messaggio può essere d’aiuto nella vita di Studio quotidiana per i nostri lettori?
Gli allineatori sono uno strumento ortodontico fantastico perché hanno permesso a tanti pazienti - specialmente adulti - di intraprendere una terapia che, altrimenti, non avrebbero mai iniziato.
A differenza dell’ortodonzia con apparecchiature metalliche, bisogna essere consapevoli che gli allineatori introducono un cambio di dimensione verticale paragonabile all’inserimento di rialzi. In più, se indossati secondo prescrizione (22 ore/giorno), l’occlusione del paziente finisce per diventare quella su allineatori.
È indubbio che la muscolatura sia in grado di adattarsi nella maggioranza dei casi, ma facciamo attenzione perché si adatta alla presenza degli allineatori.
Nel corso di un trattamento del genere, quindi, è bene valutare anche la chiusura del paziente con gli allineatori perché diventerà la sua chiusura abituale per un po’ di tempo.
Verificare che il paziente percepisca una chiusura comoda tanto funzionalmente che sui singoli contatti permette di intervenire per aumentare il comfort del paziente nei casi che lo richiedano.
Questo ci permette di risparmiare tempo alla poltrona, ma soprattutto di aumentare la compliance del paziente rendendo l’allineatore qualcosa che sente proprio.
Già l’aderenza ad una terapia ortodontica di questa natura sappiamo presupporre un impegno attivo da parte del paziente, se a questo aggiungiamo anche una nota di discomfort, l’aderenza al piano di trattamento potrebbe essere compromessa.
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* Michele Tepedino ha conseguito la Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria con lode presso l’Università degli Studi dell’Aquila nel 2011. Ha completato il Master in Terapia Ortognatodontica Gnatologica presso la stessa università. Ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca nel marzo 2016, con una tesi sulle miniviti ortodontiche realizzata in collaborazione con la Aarhus University. Ha conseguito il titolo di Specialista in Ortognatodonzia nell’aprile 2021 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Vincitore di una Borsa di Ricerca in Ortodonzia, Visiting research student presso la Section of Orthodontics, Aarhus University, Assegnista di ricerca presso l’Università dell’Aquila. Ha inoltre ricoperto il ruolo di Assistant Professor presso la Section of Orthodontics, Aarhus University. Ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale alle funzioni di Professore Universitario di II fascia nel gennaio 2020. Attualmente è ricercatore a tempo determinato–lettera b presso l’Università degli Studi dell’Aquila. È autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, è stato inoltre relatore in numerosi congressi nazionali ed internazionali.
**Domenico Ciavarella si è laureato in Odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università Politecnica delle Marche e specializzato in Ortognatodonzia presso l’Università degli Studi dell’Aquila. È Professore Associato per il settore disciplinare Med-28. Direttore della scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia e Titolare dell’insegnamento in Ortognatodonzia presso l’Università degli Studi di Foggia. Responsabile del reparto di Ortognatodonzia e Medicina del Sonno presso la Clinica Odontoiatrica dell’Università degli Studi di Foggia. Coordinatore del Master in Sleep Medicine dell’ Universita degli Studi di Foggia. Autore di numerose ricerche in campo gnatologico, sleep medicine ed ortodontico. È socio ordinario della SIDO, socio ordinario SIPMO, SUSO e socio SIMSO. Esperto in Disturbi respiratori nel sonno SIMSO. Componente della commissione OSAS-ARES Puglia.
Riferimenti
Tepedino, M., Colasante, P., Staderini, E., Masedu, F., & Ciavarella, D. (2023). Short-term effect of orthodontic clear aligners on muscular activity and occlusal contacts: A cohort study. American Journal of Orthodontics and Dentofacial Orthopedics, -(-), 1-11.