ABSTRACT

La sensibilità clinica, pilotata dall’evidenza scientifica e da protocolli razionali, rappresenta il faro che guida l’operatore, soprattutto quando programma e applica terapie complesse e in pazienti in cui le capacità di adattamento e compensazione siano ormai limitate. E’ opportuno quindi non esaurirle, per non trovarsi fuori dal range fisiologico di tolleranza: il passo da una situazione subclinica ad una sintomatologia conclamata a volte è breve!  

Le analisi strumentali, con la loro capacità di confermare o smentire il sospetto diagnostico clinico, rappresentano un supporto peculiare. L’elettromiografia di superficie consente di verificare il livello di adattamento dei muscoli elevatori della mandibola al carico occlusale, mostrandone le alterazioni e le sollecitazioni, e consente di ottimizzare la gestione delle forze evitando il sovraccarico sulle arcate e a livello muscolare.  
Preziose sono anche le informazioni sul coordinamento durante la funzione masticatoria, anche al fine di individuare specifiche necessità riabilitative da gestire in un contesto terapeutico multidisciplinare.  
L’affiancamento del test con l’accelerometro integra il dato stomatognatico con la potenziale interferenza sulle strategie di controllo dell’equilibrio, e consente il dialogo con i responsabili della riabilitazione generale del paziente. 
Saranno illustrati casi clinici gnatologici e protesici in cui il concetto di “buona occlusione“ si esalta in quello di “occlusione integrata” dal punto di vista muscolare , articolare ed extrastomatognatico, gestiti in contesto multidisciplinare odontoiatrico, osteopatico e psicologico.